Si può vincere contro Madre Natura?
- Gian Marco Renzetti
- 16 apr 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 21 mar 2021
Come un puzzle senza la cornice. È così che si presenta ai nostri occhi la diversa immagine dell’esistenza umana. Fragile, senza riferimenti chiari, definiti. Intrappolato all’interno delle sue stesse creazioni, convinto che la sua permanenza nel mondo fosse dovuta, l’essere umano sta facendo i conti con la sua stessa resilienza, fisica e psichica.
Abituata alla rappresentazione del “nemico” dell’antagonista malvagio da sconfiggere, la società si riconosce da sempre in questa dicotomia: da un lato il buono, epicentro del benessere, della pace e della serenità; dall’altro, il malvagio, portatore di sofferenza e dolore.
Ci sarà pure un motivo se in questa dicotomia la rappresentazione del bene passa per la dolce raffigurazione della natura, canale prediletto dagli artisti da sempre. Non a caso l’eden è in un giardino, la vita proviene dal mare, lo spazio ci affascina e ci terrorizza allo stesso tempo. Il bene è luce, colori, resistenza, crescita, armonia; il male è declino, tenebre, manipolazione, menzogna. Eppure questa docile rappresentazione della natura non le si addice.
Le catastrofi sono naturali
Dal terremoto di Messina del 1908 a quello in Abruzzo nel 2016, passando per alluvioni, esondazioni e frane. Il territorio italiano, per ragioni morfologiche e geografiche, è uno dei più colpiti da eventi eccezionali di origine naturale che spesso richiedono l’intervento di misure eccezionali. Il fondo di solidarietà europeo (FSUE) è uno di questi strumenti. Può mobilitare fino a 500 milioni di euro, da destinare alla ricostruzione delle aree colpite. Lo stato membro ne fa richiesta entro tre mesi dalla data della catastrofe, la Commissione Europea, una volta esaminata, la approva. Nel 2009, in seguito al devastante terremoto dell’Aquila, i fondi stanziati dal FSUE superavano la cifra limite di 500 milioni, proprio a causa dell’eccezionalità dell’evento. Secondario, nell’analisi qui proposta, che parte di quei fondi “finirono” nelle mani delle organizzazioni mafiose che gonfiarono i prezzi dei materiali a scopo di lucro (per un approfondimento trovate altro qui: https://framespolitics.wixsite.com/politics/post/la-mafia-ai-tempi-del-coronavirus)
Questo per evidenziare che più volte il nostro paese ha dovuto far fronte a spropositate catastrofi di origine naturale che, nella maggior parte dei casi, hanno interessato aree più a rischio: paesi più “sensibili” come centri storici e borghi, molto meno città e metropoli più moderne. In questo scontro moderno tra progresso e conservazione, l’idilliaca rappresentazione della natura non è altro che il camuffamento del nostro più grande nemico, capace di sopraffare la volontà e di distruggere ben più di quanto possa farlo una guerra. Possibile quindi, che l'umano elogio alla natura, manifesto di un dialogo tra questa e un islandese, non sia altro che un modo per non temerla?
E coronavirus?
L’azione “naturale” è l’imprevisto per eccellenza, non esiste previsione o inferenza attendibile. Che cosa c’è di diverso in quello che stiamo vivendo in questi giorni? Pur sapendo dell’esistenza del virus mesi prima che questo interessasse il nostro paese, la sua diffusione eccezionale è andata di pari passo con il caos prodotto nelle regioni colpite. Perché? Sottovalutazione, non è un virus che uccide molto ma che si espande a macchia d'olio senza che nessuno se ne accorga. Sofisticato? Niente in confronto a quanto risulti difficile trovarlo. Gli anticorpi o ci sono ma non si vedono o si vedono ma non ci sono. Insomma un'incognita. Il progresso umano nella medicina e nella biologia si è trovato davanti alla porta di casa l'esattore delle tasse mai pagate al pianeta. Le imposte saranno pagate in non emissioni.
Stiamo misurando il potenziale del progresso umano con un virus che non distingue tra uomini e donne, aree a rischio e aree protette, mare o montagna, ma soprattutto, che si trova dentro il nostro organismo pur venendo da fuori. Nella costante ricerca di un “nemico”, rassicurazione psicologica che permette l’individuazione di una controparte che lo combatta, il male è la natura e stavolta l’unica azione con cui l’uomo può contrastarla è proprio la non azione, l’impassibilità.
È forse giunta l’ora di interrogarsi su come la stiamo trattando, questa natura, madre di tutti noi ma, al tempo stesso, nostro più grande nemico?
Considerando le emissioni di Co2 come unità di misura (quindi riferendoci alla produzione globale che utilizza combustibili fossili per ragioni legate principalmente a: spostamenti, produzione industriale e consumo “umano” legate a olio, carbone e gas) il quadro è preoccupante.
Dal 1960 ad oggi le emissioni globali annuali di Co2 sono passate da meno di 10 Gt (unità di misura che sta per Gigatone, pari ad un miliardo di tonnellate) a 36,8 Gt nel 2019, con una crescita che va da più 0,2% a più 1,5% annuo. Di queste emissioni, dalla fine del 1800 al 2000, i principali responsabili sono stati Europa e USA, ma negli ultimi 20 anni la crescita di emissioni da parte dei paesi asiatici in espansione (principalmente Cina e India) è decollata: la Cina (al 2019) produce 10,3 Gt di emissioni di Co2 all’anno (sì, quante ne emetteva il mondo nel 1960), con un aumento del 2,3% rispetto al 2017; in India sono prodotte 2,7 Gt con un aumento dell’8% rispetto al 2017. I consumi di Europa e USA sono invece in calo da anni, così come quelli del Giappone, che invece è premiato dall’approdo al rinnovabile. È importante considerare che la crescita di emissioni, va di pari passo con la crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) di queste nazioni e al primo posto troviamo sempre la Cina (conta veramente solo il PIL ad oggi? Qui le risposte: https://framespolitics.wixsite.com/politics/post/c-%C3%A8-altro-oltre-il-pil)
Cosa dimostrano questi dati?
Il coronavirus è il risultato dello sfruttamento smodato delle risorse naturali?
È una domanda che farebbe invidia al migliore dei complottisti, in un momento storico in cui, per uscire dal labirinto al posto del filo di Arianna qualcuno potrebbe trovarsi in mano i cavi ibridi del 5G, ma in natura abbiamo detto che tutto avviene per caso.
Per non intaccare la logica e il buon senso, quindi, procediamo per assurdo, ipotizzando che ci sia una causa scatenante.
Sappiamo (anche se non ancora tutti lo confermano) che questo virus è stato trasmesso da animali, probabilmente da un tipo di pipistrello che è entrato in contatto con l’uomo, anche attraverso il contagio di un altro animale che ha fatto da vettore (https://www.iss.it/primo-piano/-/asset_publisher/o4oGR9qmvUz9/content/id/5269233). Come e perché questo sia successo non ci è dato saperlo, ma “se esiste una minima possibilità che un qualcosa accada, prima o poi accadrà” (la tanto abusata legge di Murphy). Ecco gli effetti di questo comportamento innocuo (o quasi):
Un lockdown quasi mondiale, con un conseguente appiattimento delle emissioni e dell’inquinamento nelle aree più colpite dal virus.
Sappiamo il virus colpisce il sistema respiratorio, reso (forse) più fragile dalle continue sollecitazioni dovute allo smog, pertanto chi vive in città inquinate potrebbe essere più facilmente colpito dal virus; è quanto afferma uno studio condotto ad Harvard in questi giorni (tra i link alla fine dell'articolo trovate le ipotesi a sostegno di questa tesi).
Le vittime del virus non sono bambini, donne o uomini in salute, ma prevalentemente individui con malattie pregresse o con un sistema immunitario indebolito dall’età. Che sia questa la “benevolenza” della natura?
Il ragionamento qui proposto è puramente provocatorio, privo di solide basi scientifiche ma che invoglia alla riflessione. Questo virus potrebbe farci ricordare il prezzo che si paga per anni e anni di stupro del territorio e dell’atmosfera? Potrebbe essere non un caso fortuito, ma un processo naturale di selezione, come un anticorpo dell’organismo mondo? Qualunque sia la risposta, se mai potesse essercene una, dovremmo avere ben chiaro che su questo mondo non possiamo comandare e controllare tutto come dei padroni e che, come fosse niente, potremmo andarcene.
„Tu Natura sei nemica scoperta degli uomini, e degli altri animali, e di tutte le opere tue; che ora c'insidii ora ci minacci ora ci assalti ora ci pungi ora ci percuoti ora ci laceri, e sempre o ci offendi o ci perseguiti; e che, per costume e per instituto, sei carnefice della tua propria famiglia, de' tuoi figliuoli e, per dir così, del tuo sangue e delle tue viscere.“
Giacomo Leopardi, "Dialogo della Natura e un Islandese" 1824
Per approfondire
I dati relativi alle emissioni di Co2 provengono da: https://www.globalcarbonproject.org/carbonbudget/index.htm
Gli articoli che evidenziano la correlazione tra smog e diffusione del Covid-19 sono:
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