Il MoVimento 5 Stelle sta sicuramente attraversando la fase più critica della sua breve storia. Diversi i temi scottanti sul tavolo: il doppio mandato, l’alleanza con il Partito Democratico a livello locale e nazionale, l’ingresso di Giuseppe Conte come capo politico che segnerebbe la cancellazione del ‘direttorio dei 5’ - scelto dagli iscritti alla piattaforma Rousseau lo scorso febbraio - e il sostegno al governo guidato da Mario Draghi. Certo, se nel 2009 (anno di fondazione del MoVimento) qualcuno avesse detto a Beppe Grillo che nel 2021 si sarebbe trovato di fronte a simili questioni avrebbe creato un apposito ‘Vaffa Day’. Il tema del limite del doppio mandato non è nuovo. Era stato già oggetto di accese discussioni nel 2019, quando Luigi Di Maio ha dato vita al cosiddetto ‘mandato 0’ con cui è stato aggirato tale limite per coloro che avevano svolto incarichi a livello locale. Ora, a rischiare sono le persone elette in Parlamento nel 2013 e che hanno avuto la riconferma nel 2018 che, a fine della legislatura corrente, dovrebbero concludere – come prevede lo Statuto - la loro carriera politica e tornare alle proprie attività professionali. Ma, proprio il testo fondante del MoVimento è preso d’assalto in queste settimane e tale vicenda si lega all’ingresso di Conte alla guida del M5S. I big sperano e spingono per una modifica che elimini il limite, ma il padre fondatore Beppe Grillo sembra essere inamovibile e neppure l’intermediazione di Conte sembra avere grandi margini di successo nonostante le parole dette all’assemblea straordinaria dei 5 Stelle di qualche giorno fa tenutasi in streaming. A rischiare sono nomi del calibro di Luigi Di Maio, Laura Castelli, Roberto Fico, Riccardo Fraccaro, Alfonso Bonafede, Danilo Toninelli, Paola Taverna ed altri volti noti che sono riusciti a spiccare nel corso di questi anni. Era facilmente prevedibile che i nodi sarebbero venuti al pettine e che la scadenza del 2023 avrebbe creato una bufera all’interno del MoVimento, ma ovviamente nessuno poteva aspettarsi che tutto ciò sarebbe avvenuto nel clima di guerriglia tra Grillo e Casaleggio e durante una pandemia globale che arriva dopo 3 anni di governo con 3 differenti maggioranze. I vertici sembrano ormai scollati dalla base e la situazione socio-economico-sanitaria in Italia non facilita la risoluzione di tali problemi. Infatti, rimane ancora da stabilire su quale paradigma basare l’alleanza con il Partito Democratico, anch’esso alle prese con una rivoluzione interna con la recente elezione di Enrico Letta come nuovo segretario ed una rinnovata segreteria di partito. Tema altamente divisivo, soprattutto per i sostenitori della prima ora. Il MoVimento è nato proprio dalla voglia di contrapporsi al cosiddetto establishment rappresentato all’epoca da Forza Italia e dal Partito Democratico, considerati i principali colpevoli della situazione critica del paese. Dunque, aver prima governato con la Lega di Salvini, poi per più di un anno con il PD ed ora far parte di una maggioranza che comprende anche il partito di Berlusconi ha un effetto spaesante per i militanti di rilievo e non del M5S.
La storia delle democrazie ha più volte visto nascere partiti o movimenti anti-sistema, specialmente durante periodi di crisi economica. I risultati sono sempre stati disastrosi proprio per la natura e le tesi sostenute da tali formazioni politiche che minano l’essenza stessa della democrazia. Il M5S ha dimostrato di virare in tale direzione con il taglio dei parlamentari che, a fronte di un risparmio annuale non rilevante, comporta danni a livello di rappresentanza locale. È una misura che esemplifica come sia stato cavalcato dai grillini l’odio nei confronti della classe politica senza comprendere la pericolosità di tali azioni. Come la storia dimostra però, questi movimenti rimangono sulla cresta dell’onda per poco tempo: o spariscono o vengono inglobati da partiti affini ma facenti parte del sistema. Il caos che regna sovrano nel M5S sulla maggior parte dei temi dirimenti potrebbe essere il prologo della sua perdita di rilevanza nel prossimo futuro.
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