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Luigi Sorrentino

Cosa sono gli Stati Generali

Si è acceso nelle ultime ore il dibattito attorno agli “Stati Generali”. Le dichiarazioni dei leader dell’opposizione, i quali hanno confermato che non parteciperanno all’incontro di Villa Pamphili, hanno alimentato lo scetticismo in merito all’incontro e al metodo di consultazione tra Governo, parti sociali e "profili rilevanti". Ma cosa si intende per Stati Generali? Quali saranno gli argomenti di discussione alla base delle consultazioni?


L’origine degli Stati Generali

Tale espressione identifica l’organo di rappresentanza composto da rappresentati eletti e appartenenti ai tre ceti sociali storicamente presenti in Francia prima della Rivoluzione Francese. L’origine degli Stati Generali risale infatti alla Francia monarchica del 1300, quando furono convocati per la prima volta nel 1302 da Filippo IV, detto “Il Bello”. L’ultima convocazione risale al 5 maggio 1789 e fu voluta da Luigi XVI; vi parteciparono oltre 1100 membri eletti tra i vari Stati (Clero, Aristocrazia e Terzo Stato). La ratio soggiacente alla convocazione degli Stati Generali è legata a situazioni emergenziali aventi cause differenti le quali possono riguardare tanto una crisi economico-finanziaria quanto il pericolo di un imminente conflitto bellico.


Le parole del Presidente del Consiglio e il “no” delle opposizioni

La possibilità di intavolare un vertice tra esecutivo, soggetti istituzionali e non istituzionali (tra cui associazioni di categoria e profili individuali particolarmente rilevanti) è stata annunciata dal Premier Conte durante la conferenza stampa tenutasi il 3 giugno. L’utilizzo dell'espressione "Stati Generali dell’economia" ha creato incomprensioni e agitazioni nei partiti di maggioranza e opposizione, oltre che nell'opinione pubblica. Per ora l’unica certezza è che l’incontro avrà luogo a Roma presso Villa Pamphili e che le consultazioni andranno avanti dal 13 al 21 giugno. Rilievo centrale sarà conferito, oltre alle indicazioni della commissione presieduta dall’ex amministratore delegato di Vodafone, Vittorio Colao, al dossier sulla semplificazione, al rilancio delle infrastrutture, all’estensione dell’Alta Velocità, agli strumenti per incentivare le spese in conto capitale (ovvero gli investimenti). L’obiettivo enunciato dal Presidente del Consiglio è quello di riuscire a limitare l’impatto che le nefaste conseguenze della crisi economica avranno sull’economia e sul volume produttivo nazionale, oltre che sul sistema di relazioni industriali il quale corre il serio rischio dell'ulteriore affermazione delle pratiche di “contrattazione ablativa”. I leader dell’opposizione non hanno gradito la scelta del luogo indicato, ritenuto inadeguato, sostenendo che se il Governo decidesse di spostare la sede del confronto a Palazzo Chigi Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia sarebbero disposti a partecipare.


Partecipazioni internazionali

La giornata di domani dovrebbe essere interessata dalla partecipazione di Kristalina Georgieva (Presidente della World Bank), Ursula von der Leyen (Presidente della Commissione Europea), David Sassoli (Presidente del Parlamento Europeo) e Ignazio Visco (Presidente della Banca d’Italia).


Le proposte della task force

Lunedì è programmato l’intervento di Vittorio Colao, dirigente d’azienda chiamato a presiedere la task force creata al fine di avanzare soluzioni valide per il rilancio dell’economia. Le proposte contenute nel “Piano Colao” saranno oggetto di discussione dell’incontro con le parti sociali che dovrebbe essere interessato anche dalla partecipazione degli A.D. delle maggiori organizzazioni del settore privato e delle principali partecipate tra cui Fincantieri, Eni, Enel. Tra gli obiettivi individuati nell’elaborato della task force figurano il rinnovo dei contratti in scadenza, l’incentivazione del lavoro agile (con eventuali adeguamenti alla disciplina di tale istituto contenuta nella legge 81/2017), la riforma della giustizia civile, la semplificazione del codice degli appalti, la riforma del sistema fiscale, l’incentivazione dei pagamenti elettronici e misure per garantire il salvataggio della stagione turistica corrente. Tuttavia secondo alcuni esponenti della maggioranza e delle principali sigle sindacali non è tutto oro quel che luccica. In particolare le ricette sostenute dalla commissione speciale sono state bollate come “liberiste” dal sottosegretario all’Istruzione De Cristofaro. Secondo LeU, gruppo parlamentare al quale appartiene il sottosegretario, le proposte rischiano di compromettere il percorso di scuola e università.


Le parole di Landini

In occasione dell’annuale edizione del Festival Sabir, confrontandosi con il direttore de l’Espresso Marco Damilano, il Segretario Generale della CGIL, Maurizio Landini, ha affermato: “Circola voce che dovrebbe esserci un coinvolgimento dei sindacati. Al momento mi limito a osservare”. Il numero uno della CGIL si pronuncia anche in merito al Piano Colao sollevando dubbi sulla provenienza delle proposte in esso contenute: “Quella commissione è stata istituita dal Presidente del consiglio, e quindi sarebbe utile sapere prima di dare un giudizio se quelle proposte sono di Colao e della sua Commissione o del Governo. Io non l’ho ancora capito. Noto poi che alcuni componenti hanno deciso di non firmare le proposte quindi si mettano d’accordo loro”. In merito agli obiettivi di fondamentale urgenza Landini ribadisce la necessità di una riforma fiscale e di una pianificazione strutturata e coerente che interessi istituti particolarmente deficitari e meritevoli di essere rivisti e rielaborati: “È necessaria una discussione strategica: serve una riforma fiscale, una riforma degli ammortizzatori sociali, occorrono investimenti pubblici, investimenti sulla sanità, bisogna lottare contro la precarietà. (…) se le proposte di Colao sono quelle del governo ci faremo i conti”. Non sono infine mancate alcune frecciate al neo-presidente di Confindustria, Bonomi:


Nelle dichiarazioni del presidente di Confindustria Bonomi vedo alcune contraddizioni. Si dice contrario ai finanziamenti a pioggia ma ha chiesto di tagliare l’Irap a tutte le imprese. Sbagliato. Anche un lavoratore in cassa integrazione ha continuato a pagare le tasse, perché non dovrebbe farlo un’impresa che ha aumentato il fatturato?

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