Salvini, la retorica della Bestia ora non paga più
- Maurizio Travalloni
- 24 apr 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 25 apr 2020
La macchina social di Matteo Salvini soffre e non riesce più a coinvolgere come prima. Da giorni i profili del leader del Carroccio sono bissati da migliaia di commenti negativi.

2013. La Lega di Bossi è ai minimi storici dopo lo scandalo legato alla famiglia Bossi e il tesoriere Belsito. Senatùr Umberto si scansa e sale al comando Capitan Salvini, che ha il merito di imprimere una sterzata all'ex-partito nordista e separatista che si afferma come compagine nazionalista e anti-europeista con il mantra dell’anti-immigrazione. Il partito cambia volto: non più Lega Nord ma Lega per Salvini Premier (nel 2018) e basta allo slogan "Roma ladrona" a vantaggio di un più sensazionalistico "Prima gli italiani". Un cambio che paga, visto che il Carroccio passa dal 4% del 2013 al 17% delle elezioni politiche del 2018 e al 34% dell'anno successivo alle europee.
Come si spiega un'ascesa così trionfante? Prima dell'harakiri politico dell'estate '19 di Capitan Papeete - excursus per i più smemorati: Salvini fa cadere il governo, spinto dai sondaggi che lo danno sempre più lanciato e la voglia di realizzare una volta per tutte il governo dell'"uomo forte al comando", salvo poi farsi infinocchiare da Renzi, Di Maio & Co. - la Lega ha avuto un'ascesa inarrestabile che annovera tra i suoi artefici anche e soprattutto Luca Morisi e la sua squadra di comunicazione. Dal 2013 responsabile della comunicazione e social media strategist di Matteo Salvini e dei correlati
canali di comunicazione legati al suo ruolo di leader della Lega
, come recita il curriculum ancora presente all'interno del sito del ministero dell'Interno (vedi https://www.interno.gov.it/sites/default/files/morisi_cv.pdf), Morisi ha messo su una squadra di esperti comunicatori, analizzatori, grafici che opera a pieno regime dal 2015, macinando fan su fan. Un lavoro che ha fatto schizzare i numeri social di Salvini da 500mila like pre-Bestia (questo l'appellativo affibbiato alla squadra social) agli oltre 4 milioni attuali. Un lavoro sporco, fatto anche di disinformazione e post propagandistici, talvolta falsi, che portano a quello che si definisce vanity KPI per cui l’elettore rimane soddisfatto nel condividere post che hanno migliaia di like e affermano le loro convinzioni. Si tratta di un meccanismo di bias cognitivi: succede che di fronte a una notizia online la nostra mente si avvale di metodi di giudizio molto rapidi che, grazie alla soddisfazione che dà trovare conferma nei nostri pregiudizi, spesso porta a risposte sbagliate e illogiche, come afferma Alessandro Orlowski su Rolling Stones (vedi https://www.rollingstone.it/politica/la-bestia-ovvero-del-come-funziona-la-propaganda-di-salvini/420343/). Una comunicazione apparentemente spontanea e istintiva, ma che in realtà risulta ben studiata. La Bestia intercetta ciò che piace agli utenti e li asseconda, dosando cattiveria e pacatezza. Niente è lasciato al caso: l'uso (e abuso) del maiuscolo, le foto sgranate, i meme artigianali con nutella e sughi Barilla.
Una comunicazione che lascia anche pensare (nonostante non ci sia niente di verificato o dimostrato) al meccanismo Cambridge Analitica, se prendiamo in esame il gioco social "Vinci Salvini". A un primo sguardo buffonata immane, si rivela in realtà un meccanismo poco chiaro di immagazzinamento dati degli utenti. Il concorso - proposto prima delle tornate elettorali nel 2018 e 2019 - consentiva infatti di vincere un caffé col Capitano mettendo "mi piace" ai suoi post e commentando, ma aveva come scopo principale quello di raccogliere informazioni sui seguaci e profilarli. Chi desiderava partecipare al concorso “Vinci Salvini” doveva necessariamente comunicare una serie di dati personali all’atto dell'iscrizione, tra cui numero di telefono e account personali sui diversi social (conseguendo un successivo tracciamento su Facebook, Instagram, Twitter, etc.). Il tutto accompagnato da un video in cui il Nostro, svestiti i panni del poliziotto, promuoveva il concorso alla stregua di un Mastrota de noantri. Un Salvini per ogni stagione.
Attenzione: fino a quando il Matteo nazionale ricopriva il ruolo di ministro dell'Interno, la Bestia l'abbiamo pagata in parte anche noi cittadini. Quanto? In parte gestita da professionisti retribuiti con i fondi ministeriali e in parte a libro paga dei gruppi parlamentari della Lega, durante la sua permanenza al Viminale sono stati assunti nell'ordine: il suo responsabile social Luca Morisi (che abbiamo conosciuto prima) in qualità di “consigliere strategico per la comunicazione” con un compenso di 65mila euro l'anno; Andrea Paganella, socio di Morisi nella società di comunicazione Sistema Intranet Srl, messo a capo della segreteria di Salvini per 85mila euro l'anno; e Leonardo Foa (figlio dell'attuale presidente della Rai Marcello Foa), Daniele Bertana, Fabio Visconti e Andrea Zanelli tutti come collaboratori particolari, ognuno con un contratto da 41mila euro l'anno. Oltre ai membri della Bestia, erano altre 15 le persone a stipendio dello Stato tra lo staff del Viminale e quello per il ruolo di vicepresidente del primo governo Conte. Per un totale di oltre 700mila euro. Che con la nuova ministra Lamorgese si sono ridimensionati a 150mila euro l'anno. Tutti i contratti citati, trattandosi di uffici di diretta collaborazione con personale scelto a chiamata dal ministro, sono decaduti con la fine del mandato governativo di Salvini. Decaduti sì ma, come rivela Fanpage, con nuova collocazione. Luca Morisi, infatti, è ora di casa al Senato. Andrea Paganella ricopre lo stesso ruolo nella struttura che fa riferimento al senatore e leader leghista. Due membri del team (Daniele Bertana e Leonardo Foa), stando ai loro profili Linkedin, da settembre 2019 sono alle dipendenze del gruppo della Lega a palazzo Madama. Andrea Zinelli e Fabio Visconti continuano a seguire il capo in tutte le tappe del suo personale giro d’Italia e a lavorare per rilanciare sui social i contenuti della comunicazione. Fabio Montoli ha invece trovato spazio alle dipendenze del gruppo del Carroccio alla Camera, dopo aver fatto parte dello staff comunicazione di Palazzo Chigi durante il periodo del Conte 1.

Ma a partire dal suicidio politico estivo citato in testa, il successo della macchina social del Re di Pontida ha cominciato ad erodersi. E con esso il conseguente calo nei sondaggi. Secondo il sondaggio del 21 aprile dell'Istituto Ixè (vedi qui https://www.istitutoixe.it/newsletter/2020/20200421.pdf) la Lega si attesta ad oggi al 25,9%: -8,4% dalle europee di maggio 2019. Complici i clamorosi errori reiterati da quando è cominciata l'emergenza Covid-19, potenzialmente fatali per il futuro politico del capo della Lega. Tra attacchi inutili, fake news e risposte piccate del governo Conte, la Bestia sembra essere ormai diventata docile. Coinvolge ancora, ma i cittadini ora sono più attenti. Non bastano più le foto coi gattini o con pane e Nutella. Ecco quindi che se il 23 aprile il Capitano, dopo neanche un'ora dal Consiglio europeo più atteso degli ultimi anni, scrive l'ennesima panzana sul Mes (sì, ancora...) bollando addirittura gli altri come bufalari (proprio lui che ci ha costruito una carriera politica sulle bufale!), l'equipaggio non risponde più presente e parte con l'ammutinamento. Migliaia di commenti, di sostenitori, ex-simpatizzanti o ancora haters incalliti, tutti o quasi negativi. Nonostante la Bestia avesse sguinzagliato i "cancellatori seriali" per ripulire post dopo post da commenti sgradevoli. Niente da fare. Attenzione Capitano, la nave affonda.
Per approfondire: https://www.tpi.it/news/luca-morisi-salvini-20190423190819/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/05/19/vinci-salvini-ma-rischi-la-privacy/5190646/ https://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2020/01/10/news/il-viminale-non-paga-piu-la-bestia-di-matteo-salvini-e-risparmia-mezzo-milione-di-euro-1.342866
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