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Martina Sorrentino

Santori e le Sardine agli Stati Popolari

Domenica 5 luglio si sono tenuti gli Stati Popolari. Abbiamo fatto alcune domande a Mattia Santori, uno dei volti del movimento 6000 Sardine.



Sei qui oggi in qualità di sardina ma cosa rappresentano le Sardine agli Stati Popolari?

Un grande fraintendimento che si è creato è immaginare le Sardine come un brand politico a parte, mentre sono uno dei primi progetti di aggregazione in cui si sono ritrovate tante istanze senza una bandiera, ma attorno ad un progetto, molto ampio, di anti-sovranismo e, probabilmente, di visione progressista del mondo. Noi siamo qua prima di tutto in quanto persone, ad ascoltare storie. Abbiamo risposto all'invito di Aboubakar che dice di invertire le parti, portare delle storie invisibili o comunque meno ascoltate che non trovano spazio sul palco e lasciare giù chi invece deve ascoltare e fare sue queste storie, che sia un cittadino, un rappresentante della società civile o un rappresentante politico.


Prossimamente le sardine saranno nuovamente in piazza?

Abbiamo in mente una sorta di "tour elettorale alternativo" però ancora aspettiamo ad ufficializzarlo.

Per quale motivo "elettorale"?

Lo chiameremo "l'altra faccia della campagna elettorale". Sarà un tour elettorale completamente diverso dalla propaganda politica a cui ci hanno abituato.

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