Stato d’eccezione: cos’è e come funziona?
- 29 mar 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 6 apr 2020
“Sovrano è chi decide sullo stato d’eccezione”, Carl Schmitt.
Teorizzato come una particolare configurazione del potere politico in stato di guerra, dalla seconda metà del XX secolo lo stato d’eccezione è stato riformato in chiave “democratica” in maniera più o meno simile dagli ordinamenti statali moderni. Conseguentemente ad una situazione di “emergenza” o di compromissione della sicurezza nazionale, alcune libertà fondamentali possono venire sospese per un certo periodo di tempo. È il caso del provvedimento adottato il 31 gennaio dal governo italiano per fronteggiare l’emergenza da CoVid – 19.
Nel caso dell’ordinamento italiano tale strumento viene deliberato direttamente dal potere esecutivo, “scavalcando” il normale processo che affida la promulgazione delle leggi esclusivamente alle due camere del Parlamento. In questo caso invece il provvedimento deriva da una scelta decretata dal governo e, pertanto, prende il nome di “decreto”, di immediata applicazione. Il famoso DPCM è un tipo di decreto adottato dal Capo di Stato per fronteggiare un’emergenza in uno stato d’eccezione che richiede, per la portata della minaccia, una tempestiva risoluzione.Tuttavia tale strumento è stato in qualche modo abusato dal nostro governo che, dal 1992, ha ricorso al “decreto” in moltissime occasioni per varare leggi in modo immediato.
Lo stato d’emergenza è quindi un provvedimento che rientra in quello che Carl Schmitt (politologo tedesco) definisce “stato d’eccezione”; in questo ambito è possibile ricorrere a misure che, come nei casi di cui abbiamo notizia in questi giorni da tutto il mondo, possono ridurre i diritti costituzionali relativi al cosiddetto habeas corpus o alcune libertà fondamentali, come ad esempio il diritto ad uscire di casa per andare al lavoro.
Nel nostro ordinamento tale stato d’eccezione ha una durata di 6 mesi, prorogabile per altri 6 qualora l’emergenza lo richieda.
Nella nostra Costituzione è disciplinato dall’articolo 78 secondo cui le camere deliberano lo stato di guerra conferendo al governo i poteri necessari. Inoltre l’articolo 16 sancisce che, per motivi di sanità o pubblica sicurezza, la legge può impedire la libera circolazione dei cittadini sul suolo dello Stato.

Negli USA invece il cosiddetto patriot act, adottato dal congresso dopo gli attentati dell' 11 settembre, fornisce poteri straordinari agli organi di polizia. Inoltre ulteriori poteri vengono forniti alle agenzie che possono ottenere informazioni e dati relative ai soggetti sospettati di terrorismo. Anche in questo caso il potere esecutivo ottiene maggiori libertà, andando ad offuscare il ruolo del potere giudiziario che invece tutela la privacy e la libertà degli individui. Il presidente americano Donald Trump ha dichiarato lo stato d’emergenza per il Coronavirus solo il 13 marzo.
Il 13 marzo anche la Spagna ha emanato lo stato d’allerta, impedendo così la libera circolazione delle persone. Tuttavia quello spagnolo è un ordinamento differente poiché la costituzione spagnola è diretta conseguenza della dittatura franchista, pertanto distingue tra stato d’assedio, stato d’eccezione e stato d’allerta.
Con l'auspicio che questo momento di emergenza possa finire al più presto, è bene sapere che tutti gli Stati sovrani dispongono di misure atte a conferire maggiori poteri all'esecutivo per garantire al più presto possibile una ripresa della normalità, anche a costo di dover intervenire su abitudini di vita ormai consuete e di dover provocare instabilità interne al paese. In questi casi ci si augura che ogni governo scelga il cosiddetto "male minore".
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